venerdì 14 marzo 2014

REPORT  13/03/2014


Presenti: Cristina, Andrea, Eleonora, Cristiana, Roberto, Laura

ODG:              

1.       Aggiornamenti  storyboard secondo corto “Come le Api”

2.       Aggiornamenti  Istituto comprensivo Ferentino II- Torre Cajetani (Frosinone)

3.       Proposta rassegna cinema sulle buone pratiche



 
1.        
ü  Si condivide l’idea di dare ai nuovi personaggi  un volto e un corpo di api (Eleonora: perché questo  favorisce anche  una maggiore identificazione da parte dei bambini) e di fare in modo che lo sguardo sia quello delle api verso il mondo e il genere umano e non viceversa.
Andrea: se cooperare vuol dire anche mettere a disposizione e condividere
un’infinità di talenti e abilità e conoscenze, è contraddittorio lanciare i riflettori  sulla vita delle api nella sua forma reale, in quanto,  nonostante la cooperazione, rimandano ad una dimensione dove l’individuo con i suoi sogni, le sue aspirazioni scompare per il benessere dell’alveare, dove c’è una specializzazione  di funzioni  ma legata alla genetica, ai processi di selezione naturale.E’ più opportuno e più immediato guardare l’uomo con gli occhi di ape, perché questo ci permetterebbe di sbizzarrirci  maggiormente in termini di immaginazione e creatività, tralasciando alcuni aspetti che risultano limitanti rispetto alla libertà e ai processi di differenzazione.

ü  In merito alla storia da narrare, Cristina propone l’immagine di un’ape che si allontana dall’alveare in avanscoperta (come la lumaca di Luis Sepùlveda nel libro: “storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza” )e questo le permetterà di  vedere un mondo grigio, incasinato, a tratti devastato.
Andrea: l’ape angosciata comprende che da sola non può risolvere un problema così grande,  e decide di tornare all’alveare e attraverso una danza scodinzolante (8) comunica la sua scoperta alle altre api .(Eleonora: questo  passaggio permetterebbe di evidenziare il valore della comunicazione e condivisione dei saperi).
Da qui tutte le api si attiverebbero per impollinare e per restituire vita al grigiore.
Cristiana: propone l’immagine di un’ape che fa un incubo in cui il mondo è grigio e devastato...svegliandosi  può rilassarsi perché vede un mondo fatto di cooperazione e relazioni .
Roberto: immagina l’ape che viaggiando per i fatti suoi ad un certo punto smarrisce la strada...propone di inserire l’ultima scena del primo corto (che precedentemente si immaginava inserita all’inizio del secondo corto) in una fase centrale, nella fase in cui l’ape si allontana dall’alveare (dopo aver visto il grigiore esistenziale)per cui  angosciata volge lo sguardo al gruppo e in particolare alla relazione del gruppo di persone che nel primo corto costituiscono la rete...e da lì il ritorno all’alveare.
Eleonora suggerisce (per non spezzare la scena e la narrazione della vita dell’ape) di inserire l’immagine del gruppo di persone in una nuvoletta ricordo che compare vicino all’ape,  cambierebbe la forma, ma il significato risulterebbe lo stesso.

ü  Cristiana propone la caratterizzazione delle api in particolare per l’ape che lascia l’alveare.
Delinea  un’immagine di un’ape da marciapiede  : ) in cui si esalta il valore dell’apparenza, dell’estetica, del trucco, ecc.
Eleonora suggerisce di oltrepassare prototipi così marcati sapendo che il messaggio da mandare ai bambini risulta quello che solo cooperando si possono affrontare le avversità e poi  non necessariamente chi si allontana dal gruppo rispecchia quell’immagine.
Talvolta chi si allontana dal gruppo scopre cose nuove che stando nel gruppo gli risulta impossibile vedere. L’accento va messo sulla ri-scoperta del valore del gruppo, del cooperare e di questo allontanamento che potrebbe essere visto in una chiave positiva.

ü  Considerati i tempi, entro la settimana prossima si dovrà realizzare una bozza definitiva di storyboard da presentare a Camilla.

  
2.       Eleonora espone le criticità dei progetti presentati a Ferentino e a Torre Cajetani e chiede un confronto con il gruppo.
Convinta che la realizzazione di un progetto possa avvenire anche senza un finanziamento , soprattutto dove ci sia una rete di attori e un territorio mediamente sensibilizzato; giudica rischioso questo modo di operare in un contesto (Frosinone) dove nascono RES (ciociare) cadute dal cielo che trattano i gas locali come ospiti e attori e non come compagni i viaggio.. e dove si è ancora all’ABC del Solidale.
Per cui quest’anno per non incorrere in alcune ripercussioni negative (es.l’anno scorso i collaboratori scolastici non sono stati pagati per le ore in cui si sono svolti gli incontri in-formativi...che va in contraddizione con le tematiche di equità diffuse) si è deciso di chiedere un finanziamento comunale, ma a causa di una comunicazione nebulosa in merito ai tempi di scadenza è stato richiesto al di fuori dei termini previsti.
Si proverà a chiedere un  finanziamento alla regione oppure si cercherà di inserire le attività nella mattinata (curricolare) evitando orari extra e riducendo alcune iniziative delle progettualità.
Laura propone un alleggerimento con delega di referenza per Ferentino.
Per cui le attività nell’Istituto Ferentino II , inizieranno se Elisa (nutrizionista che ha scritto la parte del progetto (“Io cibo e territorio”) darà la propria disponibilità ad essere referente.
Le risorse umane sono poche e tra quelle poche molto autoreferenziali o prese da problematiche lavorative, personali che non lasciano spazio e tempo ,oppure semplicemente perché non interessa.
Se Elisa prenderà la referenza per Ferentino, Eleonora potrà occuparsi di Torre Cajetani, contesto presso il quale insegna per cui verrebbe più naturale un’ economia del tempo e dello spazio e soprattutto dell’organizzazione.
Presso Torre Cajetani (Istituto comprensivo di Guarcino)  il preside vorrebbe organizzare un convegno dal  taglio pedagogico  e sociale, senza escludere la possibilità di una festa più condivisa tra attori solidali partecipanti al progetto che non tiri fuori i bambini.
Cristiana suggerisce la partecipazione della cittadinanza  più attraverso esperienze d’impatto come uno spettacolo teatrale (con metodologia Teatro dell’Oppresso) musica, cultura e dibattiti come  a Librino( un quartiere occupato a seguito di una solita manovra in cui dei finanziamenti destinati a riqualificarlo son finiti nelle tasche di qualcuno).
Cmq per meglio chiarire il concetto di pedagogico in termini di contenuti : (visto che ieri non c’era più audio) l’idea sarebbe quella di collegare :

esperienze di vita scolastiche
con la partecipazione di  una docente toscana :Bruna Masi (come quelle realizzate a Grosseto )dove l’alunno posto al centro dell’esperienza educativa ritrova il suo valore e la sua unicità e facilitato da esperienze di incontro e cooperazione possa ritrovare il piacere  e l’importanza dello stare insieme : diritto a sapere, saper essere, saper fare.

ad esperienze di vita sanitaria solidale: Dott. Lucio Macio (dipartimento 3 D della Asl) ...la lotta di alcuni medici della Asl che nonostante tagli e ritagli mettono insieme le loro energie cercando di non dimenticare mai il principio fondamentale del : diritto alla salute

esperienze di rete e di vita produttiva-relazionale solidale: Ressud ...la rete che si racconta con con tutto il treno dei diritti

esperienze di  un sodalizio tra sociale e agricoltura : progetto locale “mani in terra
diritto all’integrazione  e alla tutela del territorio

...............

Magari  il titolo potrebbe essere: “Come le Api”..
3.       Roberto introduce la proposta di collaborazione per una rassegna di cinema sulle buone pratiche emulabili ...ed eventualmente essere pronti per  Settembre per coinvolgere le scuole con l’inizio del  nuovo anno scolastico con un progetto/percorso.
Laura suggerisce che settembre è sempre un mese molto delicato, con diverse iniziative che potrebbero sovrapporsi.
Roberto parla di una collaborazione su due livelli:
ü  Co-finanziamento del progetto
ü  Recupero dei film e documentari esistenti nei diversi territori

 A giovedì...

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