Economia Solidale e
nuovi percorsi di pedagogia nella scuola
“ La centralità
della Persona e il valore della Comunità”
PREMESSA
“Educare” significa
svolgere un compito complesso, multidimensionale, dalle molteplici
implicazioni
L’educazione
diviene un concetto che va ben oltre gli insegnamenti dei programmi
scolastici, estendendosi alle esperienze che promuovono la formazione
dell’uomo. (Capaldo,1995)
Un’
educazione che diviene formazione alle competenze, relazionandosi sia
con un processo di vita relativo al singolo individuo, sia con i
processi che la comunità attiva per trasmettere la propria identità,
la propria cultura, da una generazione all’altra.
L'intervento
educativo/formativo, se non vuole limitarsi a una trasmissione di
informazioni, non potrà che centrarsi sull'apprendere
dall'esperienza.
Le dimensioni della formazione e i suoi tempi saranno quelli della
compartecipazione personale e del cambiamento graduale, del lavoro di
gruppo e del sostegno reciproco nel cambiamento. I metodi saranno
quelli della pedagogia attiva, del gioco come esperienza esplorativa
di apprendimento, di "esercizi" non fini a se stessi, ma
come mezzi e occasioni in cui si accetta di mettersi in discussione,
di "sentire"
le diverse forze in gioco. E’ proprio dei giochi, secondo molti
autori, costruire livelli di meta-comunicazione che rendono possibili
l'interazione, la comunicazione e lo scambio a questi livelli.
Lo
scopo è quello di creare (o ri-creare) una scuola dove la persona
vive un’esperienza piena e totale, dove manifesta i suoi bisogni e
li soddisfa, dove apprende con piacere, vive nel gruppo, si muove in
un habitat stimolante e libero, dove ogni esperienza si fa formativa
ed elabori i presupposti del profondo e significativo “star bene”
a scuola (Staccioli,1997).
Concetto
che rimanda ad alcuni modelli scolastici che purtroppo vengono
considerati superati, come la scuola dell ‘Ermitage dove si voleva
educare “attraverso la vita” (Decroly,1953), la scuola di Dalton
dei progetti e dei laboratori (Parkhurst,1955), la scuola di Saint
Paul tesa agli scambi cooperativi e al rapporto con l’ambiente
(Freinet, 1976), la scuola di comunità di intenti e di regole
sociali (Codignola, 1975). In questi come in molti altri casi, oltre
ad un progetto educativo scolastico, c’è una concezione unitaria
di studente che apprende e vive nella scuola.
La
proposta è di diffondere un approccio educativo centrato sul
protagonismo dei giovani e teso a rafforzarne e svilupparne la
resilienza, considerato un elemento importante tra i fattori
protettivi che abbassano la soglia di vulnerabilità dell’individuo.
Froma
Walsh nel libro intitolato “La resilienza familiare” la definisce
come << la capacità di riprendersi e di uscire più forti e
pieni di nuove risorse dalle avversità […] indica qualcosa di più
di una mera capacità di sopravvivere, di superare o sfuggire a una
terribile sofferenza>> (2008, p.5).
La
competenza fondamentale che deve essere acquisita è quella
dell’autoconsapevolezza riflessiva che si lega a quello delle
“competenze complesse”, che rappresentano un modus completo,
aperto, plasticamente funzionale, di apprendere attraverso il
fare
consolidando le proprie esperienze.
La scuola, dunque, si fa strumento di applicazione
di intenti e metodi educativi finalizzati a prevenire il disagio e a
promuovere lo sviluppo dei più giovani, accogliendo, come già
sottolineato, la globalità della persona in età evolutiva, proprio
a partire dall’assunzione di un impegno educativo che diventi, esso
stesso, promotore e rafforzatore di responsabilità. (G.Boda, M.S. di
Tullio D’Elisiis, 2010).
Il
processo di apprendimento diviene permanente, mobile e dinamico e al
suo interno è possibile scambiarsi informazioni, opinioni ed
emozioni, procedendo secondo una melodia educativa che conduce tutti
nella direzione di un cambiamento che non ha mai termine. (G.Boda,
M.S. di Tullio D’Elisiis, 2010).
Più
in generale, assume particolare significatività la possibilità di
educare i ragazzi a pensare le emozioni, a modularne l’intensità
coerentemente con la necessità di autoregolare il proprio
comportamento; ad ampliare il range delle azioni connesse a ciascuna
emozione esperita, acquisendo modalità di reazione adattive e
funzionali rispetto alle situazioni incontrate, in particolare in
quelle circostanze in cui viene vissuto un conflitto interpersonale.
Molti
cliché culturali conducono ad assimilare il conflitto alla
distruzione, all'ira, all'ostilità, alla guerra. È molto diffusa
l'idea che il conflitto sia un'attività completamente negativa e che
non vi sia, in esso, nulla di positivo, di riscattabile. Invece, la
ricerca e la pratica del concreto hanno mostrato che i conflitti
fanno parte della vita, la rendono 'viva': possono mettere in
evidenza i problemi e le sofferenze presenti, ma spesso sommersi e
coperti, nelle relazioni. I conflitti sono sintomi di crisi in cui le
persone possono unirsi e chiarire a se stesse i propri obiettivi;
possono diventare occasioni in cui le persone possono superare il
risentimento e comprendersi meglio nelle relative differenze. (Euli,
2004, 2007)
So-stare
nel conflitto e riconoscerlo, dentro la logica della non-violenza,
implica, perciò, da un lato, una maggiore conoscenza di sé in
rapporto al modo abituale di affrontare i conflitti nella vita
quotidiana; dall'altro lato, la capacità di accettare che le vere
relazioni umane consentono e contengono la divergenza, l'opposizione
e la contrapposizione. La sfida di chi educa alla pace sta non tanto
nell'insegnare contenuti pacifisti, ma nel creare le condizioni
affinché il rapporto possa mantenersi saldo anche nella discordanza
e nelle diversità; fornire strumenti che facilitino il dialogo e le
relazioni interne. La frontiera attuale dell'educazione alla pace non
può che passare, attraverso la formazione, alla trasformazione
non-violenta e creativa dei conflitti. (Euli, 2004, 2007).
Oltre
il nuovo significato di conflitto, è auspicabile recuperare l’idea
di una scuola che Staccioli definisce “tra
le righe” (Staccioli,1997)
una scuola che attraversando le mura della classe, venga recuperata
tra i corridoi della scuola, nel momento della merenda e della mensa,
nel mantenere vivo un orto, nell’organizzare un mercatino, nel
relazionarsi con realtà extrascolastiche che hanno a cuore il
benessere della persona e dell’ambiente, ma anche nello sguardo
incantato di un bambino rivolto ad una rondine che costruisce il
nido.
Una
scuola che promuova alcuni
princìpi alternativi a quelli della scuola autoritaria di classe:
attività motivate dall’interesse invece che dal voto, la
collaborazione al posto della competizione, il recupero invece della
ricezione passiva, la norma che nasce dal basso come esigenza
comunitaria invece dell’imposizione della disciplina fondata sul
timore». (Mario Lodi, 1972).
Lo
studente dovrà avere l’opportunità di confrontarsi con il
contesto reale e con le difficoltà che talvolta si presentano.
Risulterà
necessaria un’attenta analisi di quanto accade su due piani: uno
emotivo, più individuale, attraverso l’attivazione di uno spazio
di “riflessione” e l’altro più sociale per comprendere quanto
le nostre azioni incidono profondamente sulle relazioni umane e
sull’ambiente; per questo la scuola dovrà ri-organizzarsi affinchè
ogni alunno sin dalla tenera età possa vivere esperienze adattive,
salutari e ricche di conoscenza dalle quali ri-partire per poter
affrontare con spirito critico un percorso di crescita individuale e
sociale.
Se
la scuola deve educare alla vita, e la vita è caratterizzata dalla
dinamica dell’adattamento dell’individuo all’ambiente, ciò che
si impone è l’incontro tra l’individuo e il suo ambiente e di
assumere come punti di riferimento i bisogni/diritti della persona
per attivare un processo di apprendimento motivato, sia in termini
psicologici che sociali, così che la scuola riconquisti gli
attributi della vita e sia al suo servizio (Decroly,1927).
Gli
alunni hanno bisogno del mondo vero per nutrire i loro pensieri e la
loro immaginazione. Hanno bisogno dei loro corpi tutti interi, capaci
di toccare con mano le cose e non essere ridotti solo a veloci
polpastrelli..hanno bisogno di essere attesi e di conoscere l’attesa,
di conoscere il senso del tatto e gli altri sensi, di sporcarsi con
la terra, piantando, anche in un piccolo giardino, un seme la cui
nascita risulterà una sorpresa (Lorenzoni, 2012).
Scuola
ed Economia Solidale
La
proposta di una scuola che educa alla vita non può prescindere dalla
vita stessa; per questo è essenziale comprendere i profondi
cambiamenti che investono il sistema sociale e tutte quelle
condizioni che impediscono il pieno sviluppo del ben vivere1
di tutti, basti pensare all’esperienze di emarginazione,
esclusione, povertà, dittature, guerre, protocolli che vietano il
soccorso di chi sta annegando o di curare chi sta male perchè privo
di permesso di soggiorno. Non è sufficiente sancire il diritto alla
vita, quello che va proclamato e reso operativo è il diritto ad una
vita più “giusta” per tutti, dove il lavoro sia espressione
della propria creatività e del proprio impegno personale, sociale e
civile; dove i diritti fondamentali dell’individuo siano garantiti,
e dove l’uomo non venga più visto come un “microcosmo”
isolato, ma in relazione ad altri “microcosmi” e con un ambiente
che va salvaguardato.
La
scuola deve poter attivare tutte quelle esperienze che possano
sviluppare un forte spirito critico dello studente, teso all’analisi
della realtà e alla ricerca delle cause e dei rimedi a tutti quei
sistemi che di fatto creano ingiustizie sociali perché tendenti al
desiderio eccessivo di profitto, alla concorrenza sfrenata, al
consumismo, alla subordinazione del lavoro al capitale,ecc.
Pratiche
ed esperienze di Economia solidale in tutto questo assumono un enorme
valore perché a differenza dell’economia ir-responsabile,
l’economia solidale si pone domande o limiti di senso sulle
conseguenze culturali, sociali, ecologiche, intergenerazionali del
proprio agire, cercando soluzioni in cui abbia spazio la mutualità,
la solidarietà, la partecipazione, le relazioni umane e la
cittadinanza attiva.
L'economia
solidale, e' lo strumento attraverso il quale, e' possibile rivedere
il proprio agire quotidiano, normalmente improntato
all'individualismo e al proprio esclusivo benessere, indirizzandolo
verso scelte che implicano scenari di crescita collettivi attraverso
percorsi virtuosi tra reti. E' l'opportunita', di rivedere le proprie
priorita' in una logica molto più' amplia ed inclusiva rispetto al
proprio contesto. E'una scelta tanto interiore, quanto politica, di
riprogrammare il proprio futuro pensando anche alle prossime
generazioni. A tal fine, per una maggiore incisivita', e' necessario
agire concretamente dal basso, a partire dalle piazze e dalle scuole,
dimostrando che un'alternativa all'attuale sistema economico e
culturale esiste ed e' realmente praticabile. Per far si' che cio'
accada, e' necessario che vengano canalizzati gli sforzi e l'energia
di quanti, hanno ancora voglia di sognare un mondo migliore e
maggiormente sostenibile.
Le
esperienze di economia solidale permettono di sperimentare nel
concreto quei valori e quelle pratiche
solidali che favoriscono l’esercizio della libertà delle persone
nel rispetto dell’altro e nella rivalutazione della natura (Mance,
2003;2010).
Concetti
che talvolta vengono impostati in lezioni frontali e teoriche troppo
sterili per produrre i frutti della conoscenza.
La
scuola, allacciandosi direttamente con queste esperienze, si collega
alla vita e quest’ultima entra nella scuola in un processo di
scambio e crescita in cui l’una si fonde nell’altra.
La
centralità della persona e dell’ambiente diviene il punto di
intersezione tra scuola ed economia solidale, dal quale avviarsi per
restituire valore alle differenze delle proprie inclinazioni, dei
diversi tempi di crescita e apprendimento, della propria personalità
e di una diversa cultura.
Solo
partendo dal riconoscimento di queste differenze e il loro rispetto
si potrà delineare un percorso di abbattimento delle dis-uguaglianze
sul piano dei diritti fondamentali che impediscono il pieno sviluppo
della persona.
Considerata
la premessa del progetto e il valore dell’economia solidale nella
scuola, verranno presentate una serie di proposte legate alle
tematiche dell’economia solidale rivolte ai diversi ordini di
scuola (infanzia-primaria-secondaria di primo grado) oggi raggruppati
in un unico Istituto Comprensivo:
- RisORTO (infanzia)
- CARTOSIP (Primaria)
- LA SOSTENIBILITA’ VA IN SCENA (infanzia/Primaria)
- IO, IL CIBO E IL TERRITORIO (secondaria di primo grado)
Tutte
le tematiche verranno affrontate in forma trasversale rispetto ad
alcune discipline (scienze, geografia, cittananza e costituzione,
storia, italiano, ecc.) in orario curricolare.
RisORTO
Il
progetto RisORTO
vuole
proporsi come un’attività nella quale i bambini vengono stimolati
ad utilizzare i propri sensi per mettersi in “contatto con la
natura” e sviluppare abilità diverse, quali l’esplorazione,
l’osservazione e la manipolazione.
L’attività manuale all’aperto, come la realizzazione dell’orto, la coltivazione di piante aromatiche , dà la possibilità al bambino di sperimentare in prima persona gesti e operazioni e osservare che cosa succede attraverso l’esperienza diretta oltre che una dimensione della cooperazione.
L’attività manuale all’aperto, come la realizzazione dell’orto, la coltivazione di piante aromatiche , dà la possibilità al bambino di sperimentare in prima persona gesti e operazioni e osservare che cosa succede attraverso l’esperienza diretta oltre che una dimensione della cooperazione.
Quest’anno
il tema proposto di approfondimento e di collegamento con il
progetto teatrale, sarà quello dell’Acqua
con
lo scopo di attivare delle riflessioni sul valore primario dell’acqua
e della sua importanza per la vita e sul profondo significato delle
nostre azioni e delle conseguenze legate ad esse, cercando di
catalizzare quei processi che conducono alla valorizzazione e alla
tutela delle risorse del pianeta.
Indiretti:
Genitori e Docenti
Diretti:
Bambini
SCUOLA D’INFANZIA - PRIMARIA (TUTTE LE CLASSI di TORRE C)
Obiettivo
generale:
conoscere il significato di idee e azioni orientate all'ecologia e al
bene comune.
Obiettivi
specifici:
- Favorire processi di sensibilizzazione sulle tematiche dell’economia solidale e sui nuovi percorsi di pedagogia nella scuola da parte dei genitori e dei docenti.
- Conoscere alcune parti del fiore, pianta e foglia
- Conoscere alcune fasi della coltivazione (preparare il terreno, semina, raccolta) e distinguere le diverse varietà di vegetali delineando uguaglianze e differenze tra semi, piante ed altri elementi utilizzati;
- Conoscere il valore dell’Acqua nelle sue diverse forme
- Sviluppare un forte spirito di ricerca e di analisi e osservazione
Azioni:
- Incontro formativo/informativo sulle tematiche dell’economia solidale e sui nuovi percorsi di pedagogia nella scuola rivolto ai genitori e ai docenti
- Presentazione e osservazione della struttura del fiore, pianta e foglia
- Intervento a scuola dell’agricoltore/nonno e confronto diretto sul terreno da coltivare.
- Presentazione del tema su l’acqua da parte delle docenti +spettacolo teatrale (tenuto da Antonella Rava) a conclusione dell’attività didattica.
- Formulare ipotesi su fenomeni osservati e confrontare risultati con ipotesi fatte;
Risorse
umane:
1/2
docenti per plesso - Genitori (1 rappresentante per ogni sezione)-
1/2Agricoltori/nonni per plesso.
Operatori
del comune per dissodare il terreno in caso di necessità
Risorse
materiali:
Aula
magna- proiettore, area verde esterna, aule, materiale informativo
cartaceo, attrezzi da giardinaggio e per la coltivazione, semi.
Metodologia:
La
metodologia utilizzata è di tipo attivo-esperienziale che favorisce
la partecipazione diretta e il coinvolgimento degli alunni come
attori della formazione.
Prevede
comunque brevi input teorici che rappresentano il supporto cognitivo
ad una più ampia ed incisiva attività esperienziale inerente le
molteplici situazioni relazionali in cui le tematiche scelte possono
essere sperimentate e vissute.
Le
attività esperienziali sono solitamente suddivise in fasi:
- Fase rompighiaccio: serve a creare un’atmosfera ludica, cioè un clima piacevole che consente ai vari componenti del gruppo di sciogliere le tensioni e stabilire contatti positivi e propedeutici alle successive attività.
- Fase dell’attivazione: rappresenta l’attività fondamentale di sperimentazione della competenza, tramite esercitazioni in cui si cerca di realizzare in ambiente protetto il nuovo apprendimento
- Fase di discussione in plenaria: consente il riconoscimento del significato del lavoro svolto- ciò che si è imparato e le difficoltà incontrate.
Si
effettuerà un lavoro di trasposizione delle tematiche da trattare
in laboratori esperienziali, con il supporto di osservazioni dirette
e di ausili e sussidi didattici.
Si
cercherà di sviluppare quelle competenze previste dalle indicazioni
curricolari nazionali attraverso esperienze che partono dal vissuto
personale, dal concreto e dalla natura per giungere alla capacità di
astrazione e concettualizzazione formale dei contenuti dati.
Tempi:
Marzo-Aprile-Maggio:
- 3 ore totali incontro formativo/informativo genitori-docenti
- Attività quotidiana dedicata all’orto da parte delle docenti, dei bambini e con il coinvolgimento del personale ata.
- 3-4 ore settimanali da dedicare al tema su l’acqua
Valutazione:
verrà
valutata la realizzazione e la cura dedicata all’orto e il
materiale conclusivo dedicato al tema su l’Acqua.
Su
un diario di bordo le docenti sono invitate a riportare
le azioni e i pensieri più significativi dei bambini durante le ore
delle attività.
(attenzione!! non a che ora sono andati nell’orto , quanti erano e
a che ora sono tornati in sezione!..ma le loro impressioni, le loro
curiosità, ecc.)
CARTOSIP
"ve
lo prestiamo, restituitelo più bello!"
Che
sia uno strumento interattivo e stimolante ..
Il
progetto (editoriale e di divulgazione) Cartosip presenta il primo
di una serie di corti animati, realizzati dai fumettisti Daniele e
Camilla Panebarco, con la collaborazione dei produttori Ressud2(
che per ogni kg di arance vendute hanno versato 5 centesimi a questo
progetto editoriale), e delle piazze Sip per raccontare che un altro
mondo è possibile e desiderabile .
Ma Cos'è SIP?
SbarchInPiazza,
di seguito semplicemente SIP
ovvero:
come assottigliare gli spicchi di una torta, mangiarne tutti a
sazietà e vivere felici e contenti, passando (anche) dalle scuole.
SIP,
è un’iniziativa proposta dalla RESSUD (Rete delle Economie
Solidali del Mezzogiorno) ed accolta, finora, da 16 piazze del
centro-nord nelle due stagioni trascorse.
Le
arance in piazza, come simbolo di uno scambio tra Sud e Nord
improntato al mutualismo e alla sostenibilità, rappresentano il
cuore dell'iniziativa, che coinvolge oltre i produttori locali varie
altre categorie di produttori, agricoli e non, che dal sud, si recano
fisicamente nelle piazze delle città centro settentrionali per
invaderle con la ricchezza delle loro storie e dei loro prodotti.
Perché
i SIP:
Le
considerazioni che ne hanno motivato l'ideazione sono le seguenti:
esiste una "torta", chiamiamola di mercato; se entrano in
ballo altri produttori con adeguate caratteristiche
etiche e
di
affidabilità,
le fette della torta si assottigliano.
Questo
produce da un lato un'indesiderabile decrescita di chi "deteneva"
quelle fette di torta e dall'altro inevitabile concorrenza e
sgradevoli sgomitamenti.
A
meno che....la "torta" non si accresca, tanto da fare
numerose fette più sottili, ma di superficie uguale o anche
superiore.
Questo
può produrre innegabili vantaggi sia all'ambiente (in virtù della
razionalizzazione dei trasporti), sia all'estensione dei diritti ad
un numero maggiore di lavoratori.
Ma
come s'accresce la torta? Raccontando ad un grande numero di
consumatori, ed in particolare a quelle fasce “contigue” al mondo
dell’Economia Solidale (associazioni, ecc), quello che facciamo,
come
le nostre attività rispondano a bisogni etici condivisi dalla gran
parte della popolazione, come ogni acquisto sia un atto politico che
può decidere delle sorti di alcune persone.
Il
passo successivo è spogliarsi delle piccolezze dell'individualismo e
cercare di praticare l'economia del noi, progettare le proprie azioni
per un sistema complesso e non solo per la propria azienda e quindi
lavorare per favorire l'accesso a questo mercato anche a coloro che
finora ne sono stati esclusi, anche per difficoltà tecniche, a
condizione che siano disponibili a lavorare in rete.
Gli
obiettivi generali che si pone SIP sono molteplici:
·
dimostrare che l’economia solidale offre risposte per i problemi
prodotti dalla globalizzazione e dall’esasperazione del mercato
·
diffondere questa consapevolezza e le sue pratiche tra la gente
“comune” ed in particolare a quelle fasce “contigue” al mondo
dell’Economia Solidale (associazioni, ecc)
·
accrescere il numero dei consumatori consapevoli ed allargare quindi
di conseguenza la “torta” del consumo di beni provenienti da reti
di produttori solidali
·
permettere l’accesso a questo mercato a tutti quei produttori (con
le caratteristiche adeguate) finora esclusi da questo mercato
·
favorire la riconversione colturale (verso il bio) e culturale (verso
la solidarietà) di quei produttori che ancora ignorano questo
“mondo”
·
stimolare quindi i produttori ad operare in reti e agevolare la
costruzione della rete sud sud
·
favorire il ritorno alla terra di molti giovani (e non solo!)
disoccupati o insoddisfatti della qualità della propria vita
·
uscire dalla testimonianza e cominciare a fare statistica
·
raggiungere quei numeri, quella massa critica che ci permetta di
concretizzare quelli che finora vengono considerate utopie (per
esempio il trasporto su rotaia dei prodotti agricoli, non solo
arance, dal sud al nord, anche d’Europa)
Destinatari:
Indiretti:
Genitori e Docenti
Diretti:
Bambini
SCUOLA PRIMARIA (TUTTE LE CLASSI TORRE)
Obiettivi
specifici:
- Favorire processi di sensibilizzazione sulle tematiche dell’economia solidale e sui nuovi percorsi di pedagogia nella scuola da parte dei genitori e dei docenti.
- Prendere consapevolezza di un nuovo modo di produrre e fare economia all’interno di una fitta rete di relazioni tra persone che rispettano il lavoro, la salute e l’ambiente.
- Stimolare la partecipazione attiva e mettere in campo un’azione concreta
Azioni:
1.Incontro
formativo/informativo sulle tematiche dell’economia solidale e sui
nuovi percorsi di pedagogia nella scuola rivolto ai genitori e ai
docenti
2.
Visione del carto-sip con post discussione e confronto con la classe
ed elaborazione delle puntate successive per la realizzazione del
secondo corto.
3.
Effettuare un ordine delle arance e di alcuni prodotti locali dai
produttori della rete di economia solidale
Risorse
umane:
1/2
docenti per plesso - Genitori (1 rappresentante per ogni
classe)-produttori Ressud/Sip e Gasp (gruppo di acquisto solidale e
partecipativo) di Fr.
Risorse
materiali:
Aula
magna o classe o sala computer, proiettore, materiale informativo
cartaceo (schede di sviluppo scaricabili per riflettere sul corto).
Metodologia:
La
metodologia utilizzata si baserà da un lato su un tipo di
comunicazione multimediale e dall’altro sarà di tipo
attivo-esperienziale per favorire la partecipazione diretta e il
coinvolgimento degli alunni come attori della formazione.
Prevede
comunque brevi input teorici che rappresentano il supporto cognitivo
ad una più ampia ed incisiva attività esperienziale inerente le
molteplici situazioni relazionali in cui le tematiche scelte possono
essere sperimentate e vissute.
Le
attività esperienziali sono solitamente suddivise in fasi:
- Fase rompighiaccio: serve a creare un’atmosfera ludica, cioè un clima piacevole che consente ai vari componenti del gruppo di sciogliere le tensioni e stabilire contatti positivi e propedeutici alle successive attività.
- Fase dell’attivazione: rappresenta l’attività fondamentale di sperimentazione della competenza, tramite esercitazioni in cui si cerca di realizzare in ambiente protetto il nuovo apprendimento
- Fase di discussione in plenaria: consente il riconoscimento del significato del lavoro svolto- ciò che si è imparato e le difficoltà incontrate.
Si
effettuerà un lavoro di trasposizione delle tematiche da trattare
in laboratori esperienziali, con il supporto di osservazioni dirette
e di ausili e sussidi didattici.
Si
cercherà di sviluppare quelle competenze previste dalle indicazioni
curricolari nazionali attraverso esperienze che partono dal vissuto
personale, dal concreto e dalla natura per giungere alla capacità di
astrazione e concettualizzazione formale dei contenuti dati.
Tempi:
Marzo-Aprile-Maggio:
- 3 ore totali incontro formativo/informativo genitori-docenti
- 3 ore settimanali da dedicare da parte delle docenti all’approfondimento del corto con relativa produzione di elaborati.
Valutazione:
Verrà
valutata la realizzazione di materiale dalle più svariate forme. Le
classi potranno proporre rispetto al corto l’aggiunta di dialoghi,
prefigurare le puntate successive per contribuire alla produzione del
secondo corto-animato.
Su
un diario di bordo le docenti sono invitate a riportare
le azioni, i pensieri più significativi e le curiosità dei bambini
durante le ore delle attività.
“LA
SOSTENIBILITA’ VA IN SCENA...”
...un
dono senza attesa dello scambio produce la vita.
INTRODUZIONE
(di Antonella Rava)
Come
obiettivo comune dovremmo darci quello di ridurre la nostra impronta
ecologica, semplicemente perchè Madre Terra non sostiene più la
nostra pressione, i tempi di rigenerazione della terra sono molto più
lenti e lunghi del nostro consumo di risorse della stessa. Stiamo
divorando risorse, cibo, territori, acqua, biodiversità, ad un ritmo
insostenibile e inquiniamo acqua, terreni, la vita umana , vedendo
morire piante, alberi, persone. Si calpesta la salute e il benessere
dell’uomo per soddisfare un bisogno immediato legato al profitto,
denigrando i diritti umani,tradizioni ,usanze e culture diverse.
Sarebbe
opportuno ri-pensare alle nostre azioni, non tanto per la terra che
ci ospita: lei sopravviverà comunque!!, ma per noi, per la prima
volta, nella storia del nostro pianeta, una specie si sta
consapevolmente distruggendo. Continuare con questo stile di vita
che, PARADOSSALMENTE, riguarda solo il 20% della popolazione
mondiale, sta mettendo in forse la vita dell'umanità intera. Ci sono
studi che affermano che siamo già oltre
il limite di non ritorno, se ci fermiamo
ora dovremmo comunque convivere con cambiamenti climatici ormai
irreversibili, ma potremo continuare ad esistere, se invece
proseguiamo in questa folle corsa restano all'umanità non più di
100 anni.
FINALITA’
Il
progetto ha lo scopo di attivare delle riflessioni sul significato
delle nostre azioni e delle conseguenze legate ad esse, cercando di
catalizzare quei processi che conducono alla valorizzazione e alla
tutela delle risorse del pianeta, ovvero all’ecologia intesa come
rispetto da parte dell’uomo della “Madre Terra” e al ben vivere
di tutti, come spirito di attenzione e volontà di miglioramento
complessivo, piuttosto che di distruzione degli ambienti naturali.
(seconda
colonna dell’Economia Solidale, Tavolo Res3,2011).
Questi concetti diverranno narrazione attraverso il teatro che come forma d’arte e comunicazione riflette il gesto del seminare: di deporre la potenzialità di ogni eventuale ed auspicabile trama futura.
Il
seme di ogni albero è come il seme di ogni storia: è dall’opera
di un seminatore che dipende il futuro della Natura e dell’Umanità,
così come del nostro presente dobbiamo esser grati a qualche
generoso seminatore del passato.
A
CHI SI RIVOLGE:
ACqUA:
bambini scuola d’infanzia (5 anni)
ALBERI:
bambini scuola primaria (tutte le classi di Torre C.)
OBIETTIVI:
- facilitare la comprensione degli effetti che hanno i nostri stili di vita sull'ambiente per intervenire positivamente sui comportamenti quotidiani
- acquisire la consapevolezza dei limiti e dell'imprevedibilità dei sistemi complessi, naturali o sociali
- sviluppare processi sempre più ampi di responsabilizzazione e di cittadinanza attiva nei confronti della gestione dei beni, delle risorse e dei consumi, in ambito scolastico ed extrascolastico.
AZIONI:
le
docenti potranno scegliere delle letture sia sul tema dell’acqua
(es.“Marta e l’acqua scomparsa” di Bussolati Emanuela che degli
alberi (es.“L’uomo che piantava gli alberi di jean Giono) sulle
quali avviare con i bambini una serie di riflessione per poi
successivamente e produrre degli elaborati.
METODOLOGIA:
Attraverso
lo strumento del linguaggio teatrale verrà eseguita una narrazione
mimico gestuale di supporto alle parole che rafforzerà il legame tra
significante e significato.
In
questo modo i bambini entreranno in contatto con i personaggi della
storia, ne condivideranno le esperienze emotive e vivranno in prima
persona,(anche se a livello di rappresentazione mentale) la magia
della narrazione.(Traute Taeschner,2003).
CONTENUTI:
I
temi dell’acqua e degli alberi e della loro importanza per la vita
umana e l’equilibrio di Madre Terra verranno affrontati proponendo
due spettacoli teatrali (si
allegano le locandine su cui trovare ulteriori informazioni):
1)ACqUA,lo
spettacolo racconta la storia dell’acqua e dei danni ad essa
procurati dall’uomo,il tutto raccontato da Goccio Lina: una goccia
che si è persa e sta cercando le sue sorelle.
2)ALBERI,lo
spettacolo è liberamente ispirato al libro: “l’uomo che
piantava alberi” di Jean Giono,è la storia della distruzione di un
bosco,(dovuta alla stupidità ed ingordigia degli uomini), che viene
ripristinato attraverso il paziente e tenace lavoro di un uomo buono
e consapevole dell’importanza degli alberi,
e
un laboratorio di circa quattro ore così articolato:
3)VALIGETTA
DELLA SOSTENIBILITA’:
- 2h di dialogo sulla sostenibilità ambientale attraverso una valigetta contenente svariati oggetti sostenibili: scarpine, mini bicicletta, borraccia, borse di tela, tovagliolo di stoffa, quaderno di carta riciclata, spugna vegetale(luffa),semi ed altro. La valigetta è presentata da Ecologico pagliaccio ambientalista.
- 2h laboratorio con i bambini di gioco/verifica:in classe c’è un contenitore ove si trovano oggetti sostenibili e oggetti non sostenibili,i bambini divisi in gruppi/squadre devono scegliere gli oggetti sostenibili.
Il
progetto può essere il punto di arrivo o di partenza per un lavoro
della classe sulle tematiche proposte .
Risorse
umane:
1/2
docenti per plesso – un’ attrice (Antonella Rava)
Risorse
materiali:
ACqUA:
una stanza abbastanza ampia, non occorrono luci, microfoni e musiche
ALBERI:
una stanza abbastanza ampia ed una sedia, non occorrono luci,
microfoni e musiche.
TEMPI:
Il
laboratorio (3 ore) può essere svolto in un’unica giornata o in
giornate differenti
ACqUA:
45/50min- partecipanti max : 50.
ALBERI:40/45
min- partecipanti max: 25/30.
Valutazione:
Verrà
valutata la realizzazione di materiale dalle più svariate forme. Le
classi potranno proporre rispetto ai due spettacoli: riflessioni,
poesie, filastrocche, realizzazioni creative,ecc.
Su
un diario di bordo le docenti sono invitate a riportare
le azioni, i pensieri più significativi e le curiosità dei bambini
durante le ore delle attività.
IO,
IL CIBO E IL TERRITORIO
La
finalità
del progetto
è quella di avviare i ragazzi ad una scoperta del territorio e ad
una corretta alimentazione e, dunque, a una sempre maggiore
conoscenza dell’ambiente, con particolare riferimento a quello
agricolo, produttore delle risorse alimentari. Attraverso una serie
di incontri i ragazzi verranno coinvolti attivamente ad analizzare e
conoscere il proprio territorio ricco di tradizioni popolari legate
alla terra e al cibo. Per mezzo di interviste alla cittadinanza, ai
produttori, ai nonni, fonte di sapere; scopriranno gli usi e i
costumi del proprio paese e del territorio che lo circonda.
Gli
incontri si focalizzeranno anche, sull’analisi delle abitudini
alimentari dei ragazzi e sugli aspetti che condizionano le loro
scelte alimentari. Infatti quest’ultime sono influenzate da bisogni
biologici, psicologici, valori e significati culturali, motivazioni
simboliche, pubblicità; perciò diventa fondamentale formare ed
informare i ragazzi a compiere scelte sempre più consapevoli.
L’educazione
alimentare, come ogni contenuto didattico che si intende trasferire
ai ragazzi e che miri alla modifica di atteggiamenti e comportamenti,
deve essere “problematizzante”: deve cioè aiutare i giovani a
prendere coscienza dei loro bisogni e consumi, degli impulsi che li
condizionano, dei modelli e dei codici culturali implicati, delle
ragioni economiche e socio-politiche che li determinano. Deve essere
una ricerca-azione, motivante e coinvolgente, che valorizzi la
scoperta di sé e del proprio mondo, la scoperta dell’altro e degli
altri. Il progetto “Io, il cibo e il territorio”, fondato
sull’informazione ma, soprattutto, sulla formazione dei giovani,
tiene conto dei nessi che collegano l’agricoltura, l’ambiente e
il territorio ,le tradizioni, l’alimentazione e la salute.
I
ragazzi inoltre verranno coinvolti nella realizzazione di un
giornalino, all’interno del quale riporteranno le varie fasi del
progetto e le interviste e le esperienze effettuate.
Il
progetto sarà articolato in due fasi:
- Fase FORMATIVA-INFORMATIVA
- Fase OPERATIVA
Fase
formativa- informativa:
3 INCONTRI RIVOLTI AI RAGAZZI (di circa due ore ciascuno)
- LE TRADIZIONI, GLI USI E I COSTUMI LOCALI E LA SCOPERTA DEL TERRITORIO
:
preparazione delle interviste.
- LE ABITUDINI ALIMENTARI: Incontro con la Nutrizionista, preparazione del diario alimentare che sarà compilato in forma anonima dai ragazzi e successivamente analizzato per confrontare le abitudini alimentari dei ragazzi.
- PRODUTTORI E PRODOTTI A CONFRONTO: differenza tra produzione “BIO” e “INDUSTRIALE”, analisi dell’impatto ambientale e sociale delle due diverse produzioni, laboratorio sensoriale per confrontare i vari prodotti.
Fase
operativa
- Realizzazione del giornalino.
Verranno
consegnate ai ragazzi delle linee guida per la realizzazione del
giornalino.
- Effettuare un ordine di prodotti bio locali e non locali (es. arance) dai produttori della rete di economia solidale
A
chi è rivolto: scuola
secondaria di primo grado (classe terza-max due classi)
Risorse
umane:
1
docente per classe –1 rappresentante di classe- Genitori/nonni-
Produttori
Risorse
materiali:
Aula
magna o classe o sala computer, proiettore, materiale informativo
cartaceo, registratore, linee guida per la realizzazione del
giornalino.
Metodologia:
La
metodologia utilizzata si baserà da un lato su un tipo di
comunicazione multimediale e dall’altro sarà di tipo
attivo-esperienziale per favorire la partecipazione diretta e il
coinvolgimento degli alunni come attori della formazione.
Prevede
comunque brevi input teorici che rappresentano il supporto cognitivo
ad una più ampia ed incisiva attività esperienziale inerente le
molteplici situazioni relazionali in cui le tematiche scelte possono
essere sperimentate e vissute.
Le
attività esperienziali sono solitamente suddivise in fasi:
- Fase rompighiaccio: serve a creare un’atmosfera ludica, cioè un clima piacevole che consente ai vari componenti del gruppo di sciogliere le tensioni e stabilire contatti positivi e propedeutici alle successive attività.
- Fase dell’attivazione: rappresenta l’attività fondamentale di sperimentazione della competenza, tramite esercitazioni in cui si cerca di realizzare in ambiente protetto il nuovo apprendimento
- Fase di discussione in plenaria: consente il riconoscimento del significato del lavoro svolto- ciò che si è imparato e le difficoltà incontrate.
Si
effettuerà un lavoro di trasposizione delle tematiche da trattare
in laboratori esperienziali, con il supporto di osservazioni dirette
e di ausili e sussidi didattici.
Si
cercherà di sviluppare quelle competenze previste dalle indicazioni
curricolari nazionali attraverso esperienze che partono dal vissuto
personale, dal concreto e dalla natura per giungere alla capacità di
astrazione e concettualizzazione formale dei contenuti dati.
Tempi:
Marzo-Aprile-Maggio:
- 3 incontri da due ore ciascuno
- 2 ore settimanali da dedicare da parte degli studenti alle interviste e successivamente alla realizzazione del giornalino.
Valutazione:
Verrà
valutata la motivazione e la partecipazione dei ragazzi al progetto e
la qualità dell’elaborato finale
1
Il bem-viver solidale
implica il rispetto del desiderio personale e la promozione della
sua realizzazione nella stessa
misura in cui si
rispetta il desiderio collettivo e se ne promuove la realizzazione"
(Euclides André Mance, "La
rivoluzione delle reti", Ed. EMI 2003, p.
17).
2
Rete delle Economie Solidali del Sud
3
Rete di Economia Solidale che promuove, sostiene e raccoglie le
diverse esperienze di Economia Solidale.
Nessun commento:
Posta un commento