mercoledì 30 ottobre 2013

Progetto Istituto Comprensivo di Ferentino (FR) 2013-2014

Economia Solidale e nuovi percorsi di pedagogia nella scuola
La centralità della Persona e il valore della Comunità”

PREMESSA
Educare” significa svolgere un compito complesso, multidimensionale, dalle molteplici implicazioni
evolutive e possibilità di cambiamento tanto per l’educatore quanto per l’educando.

L’educazione diviene un concetto che va ben oltre gli insegnamenti dei programmi scolastici, estendendosi alle esperienze che promuovono la formazione dell’uomo. (Capaldo,1995)
Un’ educazione che diviene formazione alle competenze, relazionandosi sia con un processo di vita relativo al singolo individuo, sia con i processi che la comunità attiva per trasmettere la propria identità, la propria cultura, da una generazione all’altra.

L'intervento educativo/formativo, se non vuole limitarsi a una trasmissione di informazioni, non potrà che centrarsi sull'apprendere dall'esperienza. Le dimensioni della formazione e i suoi tempi saranno quelli della compartecipazione personale e del cambiamento graduale, del lavoro di gruppo e del sostegno reciproco nel cambiamento. I metodi saranno quelli della pedagogia attiva, del gioco come esperienza esplorativa di apprendimento, di "esercizi" non fini a se stessi, ma come mezzi e occasioni in cui si accetta di mettersi in discussione, di "sentire" le diverse forze in gioco. E’ proprio dei giochi, secondo molti autori, costruire livelli di meta-comunicazione che rendono possibili l'interazione, la comunicazione e lo scambio a questi livelli.

Lo scopo è quello di creare (o ri-creare) una scuola dove la persona vive un’esperienza piena e totale, dove manifesta i suoi bisogni e li soddisfa, dove apprende con piacere, vive nel gruppo, si muove in un habitat stimolante e libero, dove ogni esperienza si fa formativa ed elabori i presupposti del profondo e significativo “star bene” a scuola (Staccioli,1997).
Concetto che rimanda ad alcuni modelli scolastici che purtroppo vengono considerati superati, come la scuola dell ‘Ermitage dove si voleva educare “attraverso la vita” (Decroly,1953), la scuola di Dalton dei progetti e dei laboratori (Parkhurst,1955), la scuola di Saint Paul tesa agli scambi cooperativi e al rapporto con l’ambiente (Freinet, 1976), la scuola di comunità di intenti e di regole sociali (Codignola, 1975). In questi come in molti altri casi, oltre ad un progetto educativo scolastico, c’è una concezione unitaria di studente che apprende e vive nella scuola.

La proposta è di diffondere un approccio educativo centrato sul protagonismo dei giovani e teso a rafforzarne e svilupparne la resilienza, considerato un elemento importante tra i fattori protettivi che abbassano la soglia di vulnerabilità dell’individuo.
Froma Walsh nel libro intitolato “La resilienza familiare” la definisce come << la capacità di riprendersi e di uscire più forti e pieni di nuove risorse dalle avversità […] indica qualcosa di più di una mera capacità di sopravvivere, di superare o sfuggire a una terribile sofferenza>> (2008, p.5).
La competenza fondamentale che deve essere acquisita è quella dell’autoconsapevolezza riflessiva che si lega a quello delle “competenze complesse”, che rappresentano un modus completo, aperto, plasticamente funzionale, di apprendere attraverso il fare consolidando le proprie esperienze. La scuola, dunque, si fa strumento di applicazione di intenti e metodi educativi finalizzati a prevenire il disagio e a promuovere lo sviluppo dei più giovani, accogliendo, come già sottolineato, la globalità della persona in età evolutiva, proprio a partire dall’assunzione di un impegno educativo che diventi, esso stesso, promotore e rafforzatore di responsabilità. (G.Boda, M.S. di Tullio D’Elisiis, 2010).

Il processo di apprendimento diviene permanente, mobile e dinamico e al suo interno è possibile scambiarsi informazioni, opinioni ed emozioni, procedendo secondo una melodia educativa che conduce tutti nella direzione di un cambiamento che non ha mai termine. (G.Boda, M.S. di Tullio D’Elisiis, 2010).

Più in generale, assume particolare significatività la possibilità di educare i ragazzi a pensare le emozioni, a modularne l’intensità coerentemente con la necessità di autoregolare il proprio comportamento; ad ampliare il range delle azioni connesse a ciascuna emozione esperita, acquisendo modalità di reazione adattive e funzionali rispetto alle situazioni incontrate, in particolare in quelle circostanze in cui viene vissuto un conflitto interpersonale.

Molti cliché culturali conducono ad assimilare il conflitto alla distruzione, all'ira, all'ostilità, alla guerra. È molto diffusa l'idea che il conflitto sia un'attività completamente negativa e che non vi sia, in esso, nulla di positivo, di riscattabile. Invece, la ricerca e la pratica del concreto hanno mostrato che i conflitti fanno parte della vita, la rendono 'viva': possono mettere in evidenza i problemi e le sofferenze presenti, ma spesso sommersi e coperti, nelle relazioni. I conflitti sono sintomi di crisi in cui le persone possono unirsi e chiarire a se stesse i propri obiettivi; possono diventare occasioni in cui le persone possono superare il risentimento e comprendersi meglio nelle relative differenze. (Euli, 2004, 2007)

So-stare nel conflitto e riconoscerlo, dentro la logica della non-violenza, implica, perciò, da un lato, una maggiore conoscenza di sé in rapporto al modo abituale di affrontare i conflitti nella vita quotidiana; dall'altro lato, la capacità di accettare che le vere relazioni umane consentono e contengono la divergenza, l'opposizione e la contrapposizione. La sfida di chi educa alla pace sta non tanto nell'insegnare contenuti pacifisti, ma nel creare le condizioni affinché il rapporto possa mantenersi saldo anche nella discordanza e nelle diversità; fornire strumenti che facilitino il dialogo e le relazioni interne. La frontiera attuale dell'educazione alla pace non può che passare, attraverso la formazione, alla trasformazione non-violenta e creativa dei conflitti. (Euli, 2004, 2007).

Oltre il nuovo significato di conflitto, è auspicabile recuperare l’idea di una scuola che Staccioli definisce “tra le righe” (Staccioli,1997) una scuola che attraversando le mura della classe, venga recuperata tra i corridoi della scuola, nel momento della merenda e della mensa, nel mantenere vivo un orto, nell’organizzare un mercatino, nel relazionarsi con realtà extrascolastiche che hanno a cuore il benessere della persona e dell’ambiente, ma anche nello sguardo incantato di un bambino rivolto ad una rondine che costruisce il nido.
Una scuola che promuova alcuni princìpi alternativi a quelli della scuola autoritaria di classe: attività motivate dall’interesse invece che dal voto, la collaborazione al posto della competizione, il recupero invece della ricezione passiva, la norma che nasce dal basso come esigenza comunitaria invece dell’imposizione della disciplina fondata sul timore». (Mario Lodi, 1972).
Lo studente dovrà avere l’opportunità di confrontarsi con il contesto reale e con le difficoltà che talvolta si presentano.

Risulterà necessaria un’attenta analisi di quanto accade su due piani: uno emotivo, più individuale, attraverso l’attivazione di uno spazio di “riflessione” e l’altro più sociale per comprendere quanto le nostre azioni incidono profondamente sulle relazioni umane e sull’ambiente; per questo la scuola dovrà ri-organizzarsi affinchè ogni alunno sin dalla tenera età possa vivere esperienze adattive, salutari e ricche di conoscenza dalle quali ri-partire per poter affrontare con spirito critico un percorso di crescita individuale e sociale.

Se la scuola deve educare alla vita, e la vita è caratterizzata dalla dinamica dell’adattamento dell’individuo all’ambiente, ciò che si impone è l’incontro tra l’individuo e il suo ambiente e di assumere come punti di riferimento i bisogni/diritti della persona per attivare un processo di apprendimento motivato, sia in termini psicologici che sociali, così che la scuola riconquisti gli attributi della vita e sia al suo servizio (Decroly,1927).
Gli alunni hanno bisogno del mondo vero per nutrire i loro pensieri e la loro immaginazione. Hanno bisogno dei loro corpi tutti interi, capaci di toccare con mano le cose e non essere ridotti solo a veloci polpastrelli..hanno bisogno di essere attesi e di conoscere l’attesa, di conoscere il senso del tatto e gli altri sensi, di sporcarsi con la terra, piantando, anche in un piccolo giardino, un seme la cui nascita risulterà una sorpresa (Lorenzoni, 2012).


Scuola ed Economia Solidale

La proposta di una scuola che educa alla vita non può prescindere dalla vita stessa; per questo è essenziale comprendere i profondi cambiamenti che investono il sistema sociale e tutte quelle condizioni che impediscono il pieno sviluppo del ben vivere1 di tutti, basti pensare all’esperienze di emarginazione, esclusione, povertà, dittature, guerre, protocolli che vietano il soccorso di chi sta annegando o di curare chi sta male perchè privo di permesso di soggiorno. Non è sufficiente sancire il diritto alla vita, quello che va proclamato e reso operativo è il diritto ad una vita più “giusta” per tutti, dove il lavoro sia espressione della propria creatività e del proprio impegno personale, sociale e civile; dove i diritti fondamentali dell’individuo siano garantiti, e dove l’uomo non venga più visto come un “microcosmo” isolato, ma in relazione ad altri “microcosmi” e con un ambiente che va salvaguardato.

La scuola deve poter attivare tutte quelle esperienze che possano sviluppare un forte spirito critico dello studente, teso all’analisi della realtà e alla ricerca delle cause e dei rimedi a tutti quei sistemi che di fatto creano ingiustizie sociali perché tendenti al desiderio eccessivo di profitto, alla concorrenza sfrenata, al consumismo, alla subordinazione del lavoro al capitale,ecc.

Pratiche ed esperienze di Economia solidale in tutto questo assumono un enorme valore perché a differenza dell’economia ir-responsabile, l’economia solidale si pone domande o limiti di senso sulle conseguenze culturali, sociali, ecologiche, intergenerazionali del proprio agire, cercando soluzioni in cui abbia spazio la mutualità, la solidarietà, la partecipazione, le relazioni umane e la cittadinanza attiva.

L'economia solidale, e' lo strumento attraverso il quale, e' possibile rivedere il proprio agire quotidiano, normalmente improntato all'individualismo e al proprio esclusivo benessere, indirizzandolo verso scelte che implicano scenari di crescita collettivi attraverso percorsi virtuosi tra reti. E' l'opportunita', di rivedere le proprie priorita' in una logica molto più' amplia ed inclusiva rispetto al proprio contesto. E'una scelta tanto interiore, quanto politica, di riprogrammare il proprio futuro pensando anche alle prossime generazioni. A tal fine, per una maggiore incisivita', e' necessario agire concretamente dal basso, a partire dalle piazze e dalle scuole, dimostrando che un'alternativa all'attuale sistema economico e culturale esiste ed e' realmente praticabile. Per far si' che cio' accada, e' necessario che vengano canalizzati gli sforzi e l'energia di quanti, hanno ancora voglia di sognare un mondo migliore e maggiormente sostenibile.

Le esperienze di economia solidale permettono di sperimentare nel concreto quei valori e quelle pratiche solidali che favoriscono l’esercizio della libertà delle persone nel rispetto dell’altro e nella rivalutazione della natura (Mance, 2003;2010).
Concetti che talvolta vengono impostati in lezioni frontali e teoriche troppo sterili per produrre i frutti della conoscenza.

La scuola, allacciandosi direttamente con queste esperienze, si collega alla vita e quest’ultima entra nella scuola in un processo di scambio e crescita in cui l’una si fonde nell’altra.
La centralità della persona e dell’ambiente diviene il punto di intersezione tra scuola ed economia solidale, dal quale avviarsi per restituire valore alle differenze delle proprie inclinazioni, dei diversi tempi di crescita e apprendimento, della propria personalità e di una diversa cultura.
Solo partendo dal riconoscimento di queste differenze e il loro rispetto si potrà delineare un percorso di abbattimento delle dis-uguaglianze sul piano dei diritti fondamentali che impediscono il pieno sviluppo della persona.
Considerata la premessa del progetto e il valore dell’economia solidale nella scuola, verranno presentate una serie di proposte legate alle tematiche dell’economia solidale rivolte ai diversi ordini di scuola (infanzia-primaria-secondaria di primo grado) oggi raggruppati in un unico Istituto Comprensivo:


  • RisORTO (infanzia)
  • CARTOSIP (Primaria)
  • LA SOSTENIBILITA’ VA IN SCENA (infanzia/Primaria)
  • IO, IL CIBO E IL TERRITORIO (secondaria di primo grado)

Tutte le tematiche verranno affrontate in forma trasversale rispetto ad alcune discipline (scienze, geografia, cittananza e costituzione, storia, italiano, ecc.) in orario curricolare.






RisORTO

Il progetto RisORTO vuole proporsi come un’attività nella quale i bambini vengono stimolati ad utilizzare i propri sensi per mettersi in “contatto con la natura” e sviluppare abilità diverse, quali l’esplorazione, l’osservazione e la manipolazione.
L’attività manuale all’aperto, come la realizzazione dell’orto, la coltivazione di piante aromatiche , dà la possibilità al bambino di sperimentare in prima persona gesti e operazioni e osservare che cosa succede attraverso l’esperienza diretta oltre che una dimensione della cooperazione.
Quest’anno il tema proposto di approfondimento e di collegamento con il progetto teatrale, sarà quello dell’Acqua con lo scopo di attivare delle riflessioni sul valore primario dell’acqua e della sua importanza per la vita e sul profondo significato delle nostre azioni e delle conseguenze legate ad esse, cercando di catalizzare quei processi che conducono alla valorizzazione e alla tutela delle risorse del pianeta.

Indiretti: Genitori e Docenti
Diretti: Bambini SCUOLA D’INFANZIA - PRIMARIA (TUTTE LE CLASSI di TORRE C)

Obiettivo generale: conoscere il significato di idee e azioni orientate all'ecologia e al bene comune.

Obiettivi specifici:
  1. Favorire processi di sensibilizzazione sulle tematiche dell’economia solidale e sui nuovi percorsi di pedagogia nella scuola da parte dei genitori e dei docenti.
  2. Conoscere alcune parti del fiore, pianta e foglia
  3. Conoscere alcune fasi della coltivazione (preparare il terreno, semina, raccolta) e distinguere le diverse varietà di vegetali delineando uguaglianze e differenze tra semi, piante ed altri elementi utilizzati;
  4. Conoscere il valore dell’Acqua nelle sue diverse forme
  5. Sviluppare un forte spirito di ricerca e di analisi e osservazione
Azioni:
  1. Incontro formativo/informativo sulle tematiche dell’economia solidale e sui nuovi percorsi di pedagogia nella scuola rivolto ai genitori e ai docenti
  2. Presentazione e osservazione della struttura del fiore, pianta e foglia
  3. Intervento a scuola dell’agricoltore/nonno e confronto diretto sul terreno da coltivare.
  4. Presentazione del tema su l’acqua da parte delle docenti +spettacolo teatrale (tenuto da Antonella Rava) a conclusione dell’attività didattica.
  5. Formulare ipotesi su fenomeni osservati e confrontare risultati con ipotesi fatte;
Risorse umane:
1/2 docenti per plesso - Genitori (1 rappresentante per ogni sezione)- 1/2Agricoltori/nonni per plesso.
Operatori del comune per dissodare il terreno in caso di necessità

Risorse materiali:
Aula magna- proiettore, area verde esterna, aule, materiale informativo cartaceo, attrezzi da giardinaggio e per la coltivazione, semi.

Metodologia:
La metodologia utilizzata è di tipo attivo-esperienziale che favorisce la partecipazione diretta e il coinvolgimento degli alunni come attori della formazione.
Prevede comunque brevi input teorici che rappresentano il supporto cognitivo ad una più ampia ed incisiva attività esperienziale inerente le molteplici situazioni relazionali in cui le tematiche scelte possono essere sperimentate e vissute.
Le attività esperienziali sono solitamente suddivise in fasi:
  • Fase rompighiaccio: serve a creare un’atmosfera ludica, cioè un clima piacevole che consente ai vari componenti del gruppo di sciogliere le tensioni e stabilire contatti positivi e propedeutici alle successive attività.
  • Fase dell’attivazione: rappresenta l’attività fondamentale di sperimentazione della competenza, tramite esercitazioni in cui si cerca di realizzare in ambiente protetto il nuovo apprendimento
  • Fase di discussione in plenaria: consente il riconoscimento del significato del lavoro svolto- ciò che si è imparato e le difficoltà incontrate.
Si effettuerà un lavoro di trasposizione delle tematiche da trattare in laboratori esperienziali, con il supporto di osservazioni dirette e di ausili e sussidi didattici. Si cercherà di sviluppare quelle competenze previste dalle indicazioni curricolari nazionali attraverso esperienze che partono dal vissuto personale, dal concreto e dalla natura per giungere alla capacità di astrazione e concettualizzazione formale dei contenuti dati.
Tempi: Marzo-Aprile-Maggio:
  • 3 ore totali incontro formativo/informativo genitori-docenti
  • Attività quotidiana dedicata all’orto da parte delle docenti, dei bambini e con il coinvolgimento del personale ata.
  • 3-4 ore settimanali da dedicare al tema su l’acqua

Valutazione: verrà valutata la realizzazione e la cura dedicata all’orto e il materiale conclusivo dedicato al tema su l’Acqua.
Su un diario di bordo le docenti sono invitate a riportare le azioni e i pensieri più significativi dei bambini durante le ore delle attività. (attenzione!! non a che ora sono andati nell’orto , quanti erano e a che ora sono tornati in sezione!..ma le loro impressioni, le loro curiosità, ecc.)





CARTOSIP

"ve lo prestiamo, restituitelo più bello!"
Che sia uno strumento interattivo e stimolante ..


Il progetto (editoriale e di divulgazione) Cartosip presenta il primo di una serie di corti animati, realizzati dai fumettisti Daniele e Camilla Panebarco, con la collaborazione dei produttori Ressud2( che per ogni kg di arance vendute hanno versato 5 centesimi a questo progetto editoriale), e delle piazze Sip per raccontare che un altro mondo è possibile e desiderabile .

Ma Cos'è SIP?

SbarchInPiazza, di seguito semplicemente SIP
ovvero: come assottigliare gli spicchi di una torta, mangiarne tutti a sazietà e vivere felici e contenti, passando (anche) dalle scuole.
SIP, è un’iniziativa proposta dalla RESSUD (Rete delle Economie Solidali del Mezzogiorno) ed accolta, finora, da 16 piazze del centro-nord nelle due stagioni trascorse.
Le arance in piazza, come simbolo di uno scambio tra Sud e Nord improntato al mutualismo e alla sostenibilità, rappresentano il cuore dell'iniziativa, che coinvolge oltre i produttori locali varie altre categorie di produttori, agricoli e non, che dal sud, si recano fisicamente nelle piazze delle città centro settentrionali per invaderle con la ricchezza delle loro storie e dei loro prodotti.

Perché i SIP:
Le considerazioni che ne hanno motivato l'ideazione sono le seguenti: esiste una "torta", chiamiamola di mercato; se entrano in ballo altri produttori con adeguate caratteristiche etiche e di affidabilità, le fette della torta si assottigliano.
Questo produce da un lato un'indesiderabile decrescita di chi "deteneva" quelle fette di torta e dall'altro inevitabile concorrenza e sgradevoli sgomitamenti.
A meno che....la "torta" non si accresca, tanto da fare numerose fette più sottili, ma di superficie uguale o anche superiore.
Questo può produrre innegabili vantaggi sia all'ambiente (in virtù della razionalizzazione dei trasporti), sia all'estensione dei diritti ad un numero maggiore di lavoratori.
Ma come s'accresce la torta? Raccontando ad un grande numero di consumatori, ed in particolare a quelle fasce “contigue” al mondo dell’Economia Solidale (associazioni, ecc), quello che facciamo, come le nostre attività rispondano a bisogni etici condivisi dalla gran parte della popolazione, come ogni acquisto sia un atto politico che può decidere delle sorti di alcune persone.
Il passo successivo è spogliarsi delle piccolezze dell'individualismo e cercare di praticare l'economia del noi, progettare le proprie azioni per un sistema complesso e non solo per la propria azienda e quindi lavorare per favorire l'accesso a questo mercato anche a coloro che finora ne sono stati esclusi, anche per difficoltà tecniche, a condizione che siano disponibili a lavorare in rete.

Gli obiettivi generali che si pone SIP sono molteplici:
· dimostrare che l’economia solidale offre risposte per i problemi prodotti dalla globalizzazione e dall’esasperazione del mercato
· diffondere questa consapevolezza e le sue pratiche tra la gente “comune” ed in particolare a quelle fasce “contigue” al mondo dell’Economia Solidale (associazioni, ecc)
· accrescere il numero dei consumatori consapevoli ed allargare quindi di conseguenza la “torta” del consumo di beni provenienti da reti di produttori solidali
· permettere l’accesso a questo mercato a tutti quei produttori (con le caratteristiche adeguate) finora esclusi da questo mercato
· favorire la riconversione colturale (verso il bio) e culturale (verso la solidarietà) di quei produttori che ancora ignorano questo “mondo”
· stimolare quindi i produttori ad operare in reti e agevolare la costruzione della rete sud sud
· favorire il ritorno alla terra di molti giovani (e non solo!) disoccupati o insoddisfatti della qualità della propria vita
· uscire dalla testimonianza e cominciare a fare statistica
· raggiungere quei numeri, quella massa critica che ci permetta di concretizzare quelli che finora vengono considerate utopie (per esempio il trasporto su rotaia dei prodotti agricoli, non solo arance, dal sud al nord, anche d’Europa)

Destinatari:
Indiretti: Genitori e Docenti
Diretti: Bambini SCUOLA PRIMARIA (TUTTE LE CLASSI TORRE)

Obiettivi specifici:
  1. Favorire processi di sensibilizzazione sulle tematiche dell’economia solidale e sui nuovi percorsi di pedagogia nella scuola da parte dei genitori e dei docenti.
  1. Prendere consapevolezza di un nuovo modo di produrre e fare economia all’interno di una fitta rete di relazioni tra persone che rispettano il lavoro, la salute e l’ambiente.
  1. Stimolare la partecipazione attiva e mettere in campo un’azione concreta

Azioni:
1.Incontro formativo/informativo sulle tematiche dell’economia solidale e sui nuovi percorsi di pedagogia nella scuola rivolto ai genitori e ai docenti
2. Visione del carto-sip con post discussione e confronto con la classe ed elaborazione delle puntate successive per la realizzazione del secondo corto.
3. Effettuare un ordine delle arance e di alcuni prodotti locali dai produttori della rete di economia solidale
Risorse umane:
1/2 docenti per plesso - Genitori (1 rappresentante per ogni classe)-produttori Ressud/Sip e Gasp (gruppo di acquisto solidale e partecipativo) di Fr.

Risorse materiali:
Aula magna o classe o sala computer, proiettore, materiale informativo cartaceo (schede di sviluppo scaricabili per riflettere sul corto).

Metodologia:
La metodologia utilizzata si baserà da un lato su un tipo di comunicazione multimediale e dall’altro sarà di tipo attivo-esperienziale per favorire la partecipazione diretta e il coinvolgimento degli alunni come attori della formazione.
Prevede comunque brevi input teorici che rappresentano il supporto cognitivo ad una più ampia ed incisiva attività esperienziale inerente le molteplici situazioni relazionali in cui le tematiche scelte possono essere sperimentate e vissute.
Le attività esperienziali sono solitamente suddivise in fasi:
  • Fase rompighiaccio: serve a creare un’atmosfera ludica, cioè un clima piacevole che consente ai vari componenti del gruppo di sciogliere le tensioni e stabilire contatti positivi e propedeutici alle successive attività.
  • Fase dell’attivazione: rappresenta l’attività fondamentale di sperimentazione della competenza, tramite esercitazioni in cui si cerca di realizzare in ambiente protetto il nuovo apprendimento
  • Fase di discussione in plenaria: consente il riconoscimento del significato del lavoro svolto- ciò che si è imparato e le difficoltà incontrate.
Si effettuerà un lavoro di trasposizione delle tematiche da trattare in laboratori esperienziali, con il supporto di osservazioni dirette e di ausili e sussidi didattici. Si cercherà di sviluppare quelle competenze previste dalle indicazioni curricolari nazionali attraverso esperienze che partono dal vissuto personale, dal concreto e dalla natura per giungere alla capacità di astrazione e concettualizzazione formale dei contenuti dati.
Tempi: Marzo-Aprile-Maggio:
  • 3 ore totali incontro formativo/informativo genitori-docenti
  • 3 ore settimanali da dedicare da parte delle docenti all’approfondimento del corto con relativa produzione di elaborati.

Valutazione: Verrà valutata la realizzazione di materiale dalle più svariate forme. Le classi potranno proporre rispetto al corto l’aggiunta di dialoghi, prefigurare le puntate successive per contribuire alla produzione del secondo corto-animato.
Su un diario di bordo le docenti sono invitate a riportare le azioni, i pensieri più significativi e le curiosità dei bambini durante le ore delle attività.






LA SOSTENIBILITA’ VA IN SCENA...”


...un dono senza attesa dello scambio produce la vita.

INTRODUZIONE (di Antonella Rava)
Come obiettivo comune dovremmo darci quello di ridurre la nostra impronta ecologica, semplicemente perchè Madre Terra non sostiene più la nostra pressione, i tempi di rigenerazione della terra sono molto più lenti e lunghi del nostro consumo di risorse della stessa. Stiamo divorando risorse, cibo, territori, acqua, biodiversità, ad un ritmo insostenibile e inquiniamo acqua, terreni, la vita umana , vedendo morire piante, alberi, persone. Si calpesta la salute e il benessere dell’uomo per soddisfare un bisogno immediato legato al profitto, denigrando i diritti umani,tradizioni ,usanze e culture diverse.
Sarebbe opportuno ri-pensare alle nostre azioni, non tanto per la terra che ci ospita: lei sopravviverà comunque!!, ma per noi, per la prima volta, nella storia del nostro pianeta, una specie si sta consapevolmente distruggendo. Continuare con questo stile di vita che, PARADOSSALMENTE, riguarda solo il 20% della popolazione mondiale, sta mettendo in forse la vita dell'umanità intera. Ci sono studi che affermano che siamo già oltre il limite di non ritorno, se ci fermiamo ora dovremmo comunque convivere con cambiamenti climatici ormai irreversibili, ma potremo continuare ad esistere, se invece proseguiamo in questa folle corsa restano all'umanità non più di 100 anni.

FINALITA’
Il progetto ha lo scopo di attivare delle riflessioni sul significato delle nostre azioni e delle conseguenze legate ad esse, cercando di catalizzare quei processi che conducono alla valorizzazione e alla tutela delle risorse del pianeta, ovvero all’ecologia intesa come rispetto da parte dell’uomo della “Madre Terra” e al ben vivere di tutti, come spirito di attenzione e volontà di miglioramento complessivo, piuttosto che di distruzione degli ambienti naturali. (seconda colonna dell’Economia Solidale, Tavolo Res3,2011).

Questi concetti diverranno narrazione attraverso il teatro che come forma d’arte e comunicazione riflette il gesto del seminare: di deporre la potenzialità di ogni eventuale ed auspicabile trama futura.

Il seme di ogni albero è come il seme di ogni storia: è dall’opera di un seminatore che dipende il futuro della Natura e dell’Umanità, così come del nostro presente dobbiamo esser grati a qualche generoso seminatore del passato.

A CHI SI RIVOLGE:
ACqUA: bambini scuola d’infanzia (5 anni)
ALBERI: bambini scuola primaria (tutte le classi di Torre C.)
OBIETTIVI:
  • facilitare la comprensione degli effetti che hanno i nostri stili di vita sull'ambiente per intervenire positivamente sui comportamenti quotidiani
  • acquisire la consapevolezza dei limiti e dell'imprevedibilità dei sistemi complessi, naturali o sociali
  • sviluppare processi sempre più ampi di responsabilizzazione e di cittadinanza attiva nei confronti della gestione dei beni, delle risorse e dei consumi, in ambito scolastico ed extrascolastico.
AZIONI: le docenti potranno scegliere delle letture sia sul tema dell’acqua (es.“Marta e l’acqua scomparsa” di Bussolati Emanuela che degli alberi (es.“L’uomo che piantava gli alberi di jean Giono) sulle quali avviare con i bambini una serie di riflessione per poi successivamente e produrre degli elaborati.

METODOLOGIA:
Attraverso lo strumento del linguaggio teatrale verrà eseguita una narrazione mimico gestuale di supporto alle parole che rafforzerà il legame tra significante e significato.
In questo modo i bambini entreranno in contatto con i personaggi della storia, ne condivideranno le esperienze emotive e vivranno in prima persona,(anche se a livello di rappresentazione mentale) la magia della narrazione.(Traute Taeschner,2003).

CONTENUTI:
I temi dell’acqua e degli alberi e della loro importanza per la vita umana e l’equilibrio di Madre Terra verranno affrontati proponendo due spettacoli teatrali (si allegano le locandine su cui trovare ulteriori informazioni):
1)ACqUA,lo spettacolo racconta la storia dell’acqua e dei danni ad essa procurati dall’uomo,il tutto raccontato da Goccio Lina: una goccia che si è persa e sta cercando le sue sorelle.

2)ALBERI,lo spettacolo è liberamente ispirato al libro: “l’uomo che piantava alberi” di Jean Giono,è la storia della distruzione di un bosco,(dovuta alla stupidità ed ingordigia degli uomini), che viene ripristinato attraverso il paziente e tenace lavoro di un uomo buono e consapevole dell’importanza degli alberi,
e un laboratorio di circa quattro ore così articolato:
3)VALIGETTA DELLA SOSTENIBILITA’:
  • 2h di dialogo sulla sostenibilità ambientale attraverso una valigetta contenente svariati oggetti sostenibili: scarpine, mini bicicletta, borraccia, borse di tela, tovagliolo di stoffa, quaderno di carta riciclata, spugna vegetale(luffa),semi ed altro. La valigetta è presentata da Ecologico pagliaccio ambientalista.
  • 2h laboratorio con i bambini di gioco/verifica:in classe c’è un contenitore ove si trovano oggetti sostenibili e oggetti non sostenibili,i bambini divisi in gruppi/squadre devono scegliere gli oggetti sostenibili.
Il progetto può essere il punto di arrivo o di partenza per un lavoro della classe sulle tematiche proposte .
Risorse umane:
1/2 docenti per plesso – un’ attrice (Antonella Rava)
Risorse materiali:
ACqUA: una stanza abbastanza ampia, non occorrono luci, microfoni e musiche
ALBERI: una stanza abbastanza ampia ed una sedia, non occorrono luci, microfoni e musiche.
TEMPI:
Il laboratorio (3 ore) può essere svolto in un’unica giornata o in giornate differenti
ACqUA: 45/50min- partecipanti max : 50.
ALBERI:40/45 min- partecipanti max: 25/30.
Valutazione: Verrà valutata la realizzazione di materiale dalle più svariate forme. Le classi potranno proporre rispetto ai due spettacoli: riflessioni, poesie, filastrocche, realizzazioni creative,ecc.
Su un diario di bordo le docenti sono invitate a riportare le azioni, i pensieri più significativi e le curiosità dei bambini durante le ore delle attività.




IO, IL CIBO E IL TERRITORIO


La finalità del progetto è quella di avviare i ragazzi ad una scoperta del territorio e ad una corretta alimentazione e, dunque, a una sempre maggiore conoscenza dell’ambiente, con particolare riferimento a quello agricolo, produttore delle risorse alimentari. Attraverso una serie di incontri i ragazzi verranno coinvolti attivamente ad analizzare e conoscere il proprio territorio ricco di tradizioni popolari legate alla terra e al cibo. Per mezzo di interviste alla cittadinanza, ai produttori, ai nonni, fonte di sapere; scopriranno gli usi e i costumi del proprio paese e del territorio che lo circonda.

Gli incontri si focalizzeranno anche, sull’analisi delle abitudini alimentari dei ragazzi e sugli aspetti che condizionano le loro scelte alimentari. Infatti quest’ultime sono influenzate da bisogni biologici, psicologici, valori e significati culturali, motivazioni simboliche, pubblicità; perciò diventa fondamentale formare ed informare i ragazzi a compiere scelte sempre più consapevoli.

L’educazione alimentare, come ogni contenuto didattico che si intende trasferire ai ragazzi e che miri alla modifica di atteggiamenti e comportamenti, deve essere “problematizzante”: deve cioè aiutare i giovani a prendere coscienza dei loro bisogni e consumi, degli impulsi che li condizionano, dei modelli e dei codici culturali implicati, delle ragioni economiche e socio-politiche che li determinano. Deve essere una ricerca-azione, motivante e coinvolgente, che valorizzi la scoperta di sé e del proprio mondo, la scoperta dell’altro e degli altri. Il progetto “Io, il cibo e il territorio”, fondato sull’informazione ma, soprattutto, sulla formazione dei giovani, tiene conto dei nessi che collegano l’agricoltura, l’ambiente e il territorio ,le tradizioni, l’alimentazione e la salute.

I ragazzi inoltre verranno coinvolti nella realizzazione di un giornalino, all’interno del quale riporteranno le varie fasi del progetto e le interviste e le esperienze effettuate.

Il progetto sarà articolato in due fasi:
  1. Fase FORMATIVA-INFORMATIVA
  2. Fase OPERATIVA

Fase formativa- informativa: 3 INCONTRI RIVOLTI AI RAGAZZI (di circa due ore ciascuno)
  • LE TRADIZIONI, GLI USI E I COSTUMI LOCALI E LA SCOPERTA DEL TERRITORIO
: preparazione delle interviste.
  • LE ABITUDINI ALIMENTARI: Incontro con la Nutrizionista, preparazione del diario alimentare che sarà compilato in forma anonima dai ragazzi e successivamente analizzato per confrontare le abitudini alimentari dei ragazzi.
  • PRODUTTORI E PRODOTTI A CONFRONTO: differenza tra produzione “BIO” e “INDUSTRIALE”, analisi dell’impatto ambientale e sociale delle due diverse produzioni, laboratorio sensoriale per confrontare i vari prodotti.
Fase operativa
  • Realizzazione del giornalino.
Verranno consegnate ai ragazzi delle linee guida per la realizzazione del giornalino.
  • Effettuare un ordine di prodotti bio locali e non locali (es. arance) dai produttori della rete di economia solidale
A chi è rivolto: scuola secondaria di primo grado (classe terza-max due classi)
Risorse umane:
1 docente per classe –1 rappresentante di classe- Genitori/nonni- Produttori

Risorse materiali:
Aula magna o classe o sala computer, proiettore, materiale informativo cartaceo, registratore, linee guida per la realizzazione del giornalino.

Metodologia:
La metodologia utilizzata si baserà da un lato su un tipo di comunicazione multimediale e dall’altro sarà di tipo attivo-esperienziale per favorire la partecipazione diretta e il coinvolgimento degli alunni come attori della formazione.
Prevede comunque brevi input teorici che rappresentano il supporto cognitivo ad una più ampia ed incisiva attività esperienziale inerente le molteplici situazioni relazionali in cui le tematiche scelte possono essere sperimentate e vissute.
Le attività esperienziali sono solitamente suddivise in fasi:
  • Fase rompighiaccio: serve a creare un’atmosfera ludica, cioè un clima piacevole che consente ai vari componenti del gruppo di sciogliere le tensioni e stabilire contatti positivi e propedeutici alle successive attività.
  • Fase dell’attivazione: rappresenta l’attività fondamentale di sperimentazione della competenza, tramite esercitazioni in cui si cerca di realizzare in ambiente protetto il nuovo apprendimento
  • Fase di discussione in plenaria: consente il riconoscimento del significato del lavoro svolto- ciò che si è imparato e le difficoltà incontrate.
Si effettuerà un lavoro di trasposizione delle tematiche da trattare in laboratori esperienziali, con il supporto di osservazioni dirette e di ausili e sussidi didattici. Si cercherà di sviluppare quelle competenze previste dalle indicazioni curricolari nazionali attraverso esperienze che partono dal vissuto personale, dal concreto e dalla natura per giungere alla capacità di astrazione e concettualizzazione formale dei contenuti dati.
Tempi: Marzo-Aprile-Maggio:
  • 3 incontri da due ore ciascuno
  • 2 ore settimanali da dedicare da parte degli studenti alle interviste e successivamente alla realizzazione del giornalino.

Valutazione: Verrà valutata la motivazione e la partecipazione dei ragazzi al progetto e la qualità dell’elaborato finale
1 Il bem-viver solidale implica il rispetto del desiderio personale e la promozione della sua realizzazione nella stessa
misura in cui si rispetta il desiderio collettivo e se ne promuove la realizzazione" (Euclides André Mance, "La
rivoluzione delle reti", Ed. EMI 2003, p. 17).
2 Rete delle Economie Solidali del Sud

3 Rete di Economia Solidale che promuove, sostiene e raccoglie le diverse esperienze di Economia Solidale.

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